Concimi naturali vs antiparassitari
A Buseto Palizzolo, in Sicilia, nell’ermellino, a maggio le vigne della Cooperativa Vino Nuovo sono state vittime di un attacco peronosporico che è stato prontamente bloccato utilizzando esclusivamente i nostri prodotti a base di concime naturale. In questo caso abbiamo usato il “Microelementi Più”.
Quest’anno ha piovuto particolarmente causando questo attacco, ma per fortuna, o perché sono stati fatti i trattamenti giusti, la malattia è stata bloccata utilizzando esclusivamente il “Microelementi Più”, appunto, che è un concime naturale prodotto con le nanotecnologie, così da essere in grado di venire maggiormente assorbito e di avere, quindi, una maggiore adesione e, di conseguenza, una efficacia superiore.
Sappiamo che nella nuova normativa Bio questi concimi a base di rame vengono esclusi o, meglio, non vengono più adottati. Non riusciamo però a capirne il motivo visto che, invece, è autorizzato l’utilizzo di antiparassitari con dosaggi di rame molto più elevati. Il rame, se in eccesso riduce l’attività microbiologica del suolo, risultando quindi controproducente per la salute della pianta stessa.
Noi con i concimi naturali riusciamo a sostituire completamente, o comunque a limitare, l’utilizzo di antiparassitari a base di rame. Ecco perché in molti dei nostri vigneti abbiamo deciso di non chiedere la certificazione Bio e di utilizzare, appunto, questi prodotti che sono importanti perché rafforzano il sistema immunitario della pianta stessa. Insieme a questi concimi naturali iniettiamo nel terreno anche i microrganismi utili, in modo da dare veramente ciò che serve alla pianta, senza andare ad impattare troppo sul terreno.
Attraverso i prodotti antiparassitari a base di idrossido o solfato tribasico o ossicloruro si porta troppo rame nel terreno col rischio di annientare tutta l’attività microbiologica responsabile dell’induzione di resistenza alle malattie. In pratica cercando di curare la pianta si finisce con abbattere le sue difese naturali col risultato di rendere la pianta più debole e bisognosa di sempre più interventi da parte dell’uomo. Un cane che si morde la coda.
Noi, in ogni trattamento che noi facciamo, riusciamo a gestire la peronospora con 30, 40, massimo 60 grammi di rame metallo per ettaro e in questa maniera riusciamo a gestire la malattia immettendo solo poco rame sul terreno.